Disturbi Psicomotori

DISAGIO ORGANIZZATIVO MOTORIO

Il movimento è parte integrante dell’esperienza umana. Attraverso il gesto comunichiamo, agiamo sull’ambiente, diamo soddisfazione ai nostri bisogni, siamo in grado di gratificare ma anche di offendere. Per questo è importante riuscire a ottenere un buon equilibrio psicofisico, attraverso un percorso di crescita individuale che copra ogni aspetto legato all’espressività corporea.

COORDINAZIONE

Ogni attività corporea necessità di processi di coordinazione. Scrivere presuppone un collegamento efficace tra visione oculare e manualità con penne e matite. Camminare implica riuscire a spostare il baricentro corporeo contemporaneamente al movimento degli arti inferiori. Senza considerare il canto, anche solo parlare richiede un buon controllo della capacità respiratoria e abilità nell’uso di lingua e labbra. Tutto ciò che facciamo coinvolge un qualche tipo di coordinazione. Ecco perché una scarsa abilità in tale ambito può portare a disturbi di notevole entità.

LATERALIZZAZIONE

Ognuno di noi ha una parte del corpo dominante e una secondaria. E’ facile notare se qualcuno è mancino o destrorso, ma per una tale affermazione ci si limita solitamente a considerare quale mano si usa per scrivere o per fare forza. Normalmente però non si prendono in considerazione le altre dominanze: occhio, gamba e orecchio agiscono infatti individualmente in termini di dominanza.

Di solito nel processo evolutivo il corpo struttura un insieme coerente di dominanze, per cui una persona mancina avrà anche gamba, orecchio e occhio sinistro dominanti. Ma si possono anche osservare discordanze, ad esempio nel caso di un soggetto destrorso con un deficit visivo monolaterale all’occhio destro. In tal caso il sinistro assumerà il ruolo di occhio dominante, portando la persona a un adattamento particolare.

Nei casi in cui l’adattamento risulti particolarmente difficoltoso o poco funzionale, come per esempio in molti casi di mancini portati a scrivere con la mano destra, si possono rilevare diversi tipi di problemi, ad esempio relativi a lettura, scrittura o ragionamento logico.

SCHEMA CORPOREO

Il nostro corpo non è soltanto un involucro che ci permette di agire nel mondo, ma rappresenta ciò che siamo e che esterniamo agli altri.

Crescere nella società occidentale implica un’attenzione particolare ad alcune parti del proprio corpo e la trascuratezza, in termini percettivi, di altre. Nel rapporto con gli altri si ha poi una considerazione ancora diversa, che muta per di più a seconda del grado di intimità o dell’età. Le attenzioni che si riservano al viso non sono certo quelle con le quali si curano i piedi, ad esempio.

Per la nostra cultura è consuetudine tendere la mano a uno sconosciuto in fase di presentazione, ma non ci si sognerebbe di mostrargli la lingua come in alcune isolate culture sudamericane. Come prodotto del nostro retaggio culturale siamo portati a conoscere molto bene alcune parti del corpo e a tralasciarne altre, che invece hanno pari importanza al fine di un’equilibrata strutturazione dello schema corporeo.

Solo nel caso di una completa integrazione fra le parti si può pensare di avere un buon rapporto psicofisico con se stessi e con l’esterno, e non basta padroneggiare alla perfezione l’elenco anatomico: non è un caso che un gran numero di difficoltà scolastiche siano riconducibili, insieme ad altri elementi che peraltro sono ad esso collegati, a un’errata o carente strutturazione dello schema corporeo.

PROPRIOCETTIVITÀ

Un buon rapporto con il proprio corpo non prevede solo la cura del proprio aspetto, un’adeguata igiene e la capacità di muoversi adeguatamente rispetto alle richieste della società o ai nostri parametri. E’ altresì necessario completare questo quadro, che possiamo considerare “esterno”, con un altro, più profondo, intimo, “interno”, che solo noi possiamo imparare a conoscere in profondità.

Portare l’attenzione su come vediamo e non solo su cosa vediamo, sui suoni del proprio corpo e non solo su quelli dell’ambiente, sulle sensazioni che provocano un contatto, un odore, un sapore, sulle emozioni le percezioni fisiche provocate da una bella notizia, da un bacio dato o ricevuto con affetto e sentimento, da una sconfitta: nel bene e nel male il nostro corpo ci permette di sperimentare la vita con una ricchezza enorme. Imparare ad ascoltare le proprie sensazioni aumenta la capacità di concentrazione, favorisce un armonioso sviluppo psicofisico, migliora l’umore, l’efficienza mentale e le relazioni con le persone.

Con gli strumenti giusti è possibile superare ogni ostacolo