Il tempo sospeso dell’adolescenza

Il periodo dell'alternanza tra infanzia e età adulta, tra ricerca e maturità.

Crescere racchiude una quantità di elementi individuali e di relazione e che mettono a dura prova qualsiasi legame familiare, ed è giusto che sia così. Ma durante il tempo sospeso dettato dalla pandemia gli adolescenti hanno saputo stupirci.
Non tutti, come sempre qualcuno ne ha approfittato, qualcuno ha ecceduto, ma il numero di ragazzi e ragazze che ha fatto la propria parte è stupefacente, e insieme rassicurante.
 

Si dice che l’età dell’adolescenza sia la peggiore per quanto riguarda i rapporti fra genitori e figli. Gli scontri, il confronto con la figura paterna, le difficoltà tra affetto e distacco con quella materna per essere banali. Un mondo imprevedibile con cui confrontarsi per essere realisti.
Crescere racchiude una quantità di elementi individuali e di relazione e che mettono a dura prova qualsiasi legame familiare, ed è giusto che sia così.

La generazione dei miei nonni, è ancora quella dei miei genitori (io vado per i 50) Ha dovuto superare prove ben maggiori, e l’ha fatto con uno spirito e una combattività che non moltissimi della mia leva hanno saputo finora eguagliare.
Ma la generazione successiva, quella degli adolescenti di oggi, ha dimostrato una capacità di adattamento che noi non ricordavamo più di avere.

A differenza di quando si tratta di strappare un permesso per un’uscita serale, per una festa con gli amici, per un viaggio in solitaria, per il motorino o per qualunque altra richiesta che ci mette un po’ in crisi come genitori e che ci porta a confrontarci con le nostre paure, questa volta non ci sono stati i capricci, musica, ripicche. O meglio, non così tanti come in proporzione ci si sarebbe aspettato.

Hanno compreso la situazione, hanno accettato le regole, non hanno disperso energie cercando di trovare scappatoie per poter continuare a fare i loro comodi. E certo, tantissimi di loro hanno patito e stanno continuando a soffrire per la situazione, e molti non vedono l’ora di riprendere una vita normale. Corona virus o no, è caratteristico dell'età presentare sintomi di ansia e depressione. Rapportarsi con le richieste della famiglia, della scuola, sentirsi all'altezza del gruppo di pari rappresenta occasioni di stress elevate anche in tempi non pandemici: la situazione attuale aumenta semplicemente le percentuali e offre ulteriori motivi di preoccupazione.
Ma gli adolescenti continuano a sopportare senza clamori, senza strepiti, adattandosi a una scuola tristemente troppo basata sull’iniziativa individuale, a una politica sociale e scolastica che poco valorizza il merito, adeguandosi alla limitazione dei rapporti, alla privazione della libertà di spostarsi.

Se già non lo sapevano fare, hanno imparato ad utilizzare davvero computer, tablet e telefoni, sfruttandoli per quello che poteva loro essere utile e non solo per chattare o scambiarsi foto.
Molti si sono avvicinati alla musica, hanno preso in mano uno strumento, hanno scoperto di poter scrivere canzoni, melodie, di poter esprimere i loro pensieri attraverso le note.
Altri si sono messi a cucinare, a impastare, a sporcarsi le mani di farina e uova zuccherate, a sperimentare cotture e abbinamenti o a creare le proprie ricette.
Qualcuno ha scoperto il macramé, l’arte di fare i nodi, la maglia, il ricamo, il cucito.
Altri hanno tirato fuori matite e colori, tempere e acquerelli, plastilina e paste da modellare.
C’è chi ha riarredato la propria stanza, ricavato un angolo per studiare indisturbati, imparato a dare il bianco o a lisciare il silicone.
Qualcuno ha scoperto che le lampadine si possono cambiare, che la cappa di cucina ha i filtri da sostituire, che per sistemare un rubinetto non sempre si deve chiamare un idraulico.

E qualcuno si è annoiato.

Finalmente, forse per la prima volta nella vita, ha provato la noia, la solitudine, l’infinita lentezza di un minuto che non passa mai o l’effimera rapidità delle ore.
Di quanto tempo sia custodito in 24 ore e lo smarrimento nel realizzare che se dal sorgere al tramonto del sole il giorno si scopre passato senza aver concluso assolutamente nulla, quel tempo non potrà tornare mai più.

Molti di loro, se non avessero sotto gli occhi i genitori che non vedono l’ora di ripartire, di riprendere ad affannarsi, di stare dietro a bisogni inventati seguendo tempi dettati da altri, continuerebbero a farlo.

Li abbiamo lasciati indietro perché non hanno dato fastidio.
Troppo spesso si da più ascolto a chi rompe le scatole, a chi contesta, a chi si lamenta anche magari non avendone ragione.
E li abbiamo lasciati indietro perché le loro sofferenze riflettono la nostra incapacità di sostenere le loro necessità. Perché sono difficili, complessi, perché ogni aspetto migliorabile richiede una quantità enorme di energie per essere conosciuta, compresa, supportata.
Possiamo fare qualcosa per loro adesso, aiutandoli a coltivare ciò che hanno scoperto di poter fare e stimolandoli a condividerli con gli altri, considerandoli e dedicando attenzioni e cura alla loro personalità in crescita.
Forse possiamo fare un primo passo per avvicinarli più di quanto non stiamo facendo mostrandoci aperti a ciò che hanno da dire.
Senza pretendere di avere risposte, ascoltando o anche mettendoci al loro fianco, in silenzio.
Le parole seguiranno.

Con gli strumenti giusti è possibile superare ogni ostacolo